La piadina nella storia

1200 aC

Nasce da farina, ferro e fuoco. La piadina discende dal pane azzimo preparato con farine varie e cotto su lastre arroventate. Le sue più antiche tracce risalgono al 1200 aC nei siti delle palafitte lombarde.

Gli Etruschi preparano una farinata di cereali e influenzano i Romani, che cominciano a fare la puls con l’orzo, poi con il farro e quindi con il grano, finché a Roma la piada diviene una tradizione.

Nasce da farina, ferro e fuoco. La piadina discende dal pane azzimo preparato con farine varie e cotto su lastre arroventate. Le sue più antiche tracce risalgono al 1200 aC nei siti delle palafitte lombarde.

Gli Etruschi preparano una farinata di cereali e influenzano i Romani, che cominciano a fare la puls con l’orzo, poi con il farro e quindi con il grano, finché a Roma la piada diviene una tradizione.

1300

Cibo prezioso per i poveri

Anche nel Medioevo si mangiava la piada. Nel 1300, anno della peste, si otteneva da legumi secchi e ghiande. Nel Rinascimento mentre i creativi dell’arte culinaria creavano pietanze raffinate, i poveri continuavano a cibarsi della piada che in carestia producevano perfino con crusca o ingredienti ancora più poveri.

Una cultura genuina

Nel 1371 la piada appare per la prima volta in un documento storico: la Descrizione della Provincia Romagnola firmata dal Cardinale Angelico. Ancora oggi la piada è intrisa di genuina cultura romagnola, i suoi rilievi ricordano il suo territorio, nel suo sapore si sente l’aria di questi lidi.

1800
1900

La ricetta comincia a far testo

Passando sotto il mattarello della storia, la piada giunge all’Ottocento grazie al popolo e ai contadini che la tramandano in differenti versioni regionali. Torna in auge nel Novecento, impastata con farina di grano tenero e di mais, cotta nel testo e farcita con salumi al taglio, carni ai ferri, verdure e formaggi.

Sulla bocca dei grandi

Viene celebrata come il buon pane di Romagna dal grande poeta romagnolo Giovanni Pascoli, che la descrive completa di ricetta nella presentazione del suo poemetto La Piada del 1900: “Piada, pieda, pida, pié, si chiama dai romagnoli la spianata di grano o di granoturco o mista, che è il cibo della povera gente; e si intride senza lievito; e si cuoce in una teglia di argilla, che si chiama testo, sopra il focolare…” Dal 1920 dà il titolo alla centenaria La Piê, rivista di poetica e cultura fondata dal medico e scrittore Aldo Spallicci per il recupero del dialetto e delle tradizioni popolari di Romagna.